io
io
logo
logo

 

le fiabe delle meraviglie 

 

 fiabe con tavole illustrate dedicate agli strabilianti effetti della visione

 

 

 

 

 

Di norma mi racconto le fiabe da me, e da sempre. Mi accoccolo sulle mie ginocchia la sera ed inizio a raccontare. Talvolta mi è pure capitato di scriverle le fiabe, e per tutti.

Sono fiabe un po' assurde, senza principi o principesse, senza re e reami, senza rane, rospi, volpi o lupi, ma al contrario, tutte "girate" in casa con le cose di casa.

Le vere meraviglie stanno ben  oltre l'azzurro dei principi ed il verde dei reami e sono tra le pagine dei miei volumetti.  Sono fiabe fatte per sorprendere, per intrigare l'occhio, la mente e le fantasie, con le illustrazioni prima ancora che col testo. Non a caso, le mie "collane" hanno in comune il nome di "libri del Ben Vedere" e sono dedicate ai bambini, ai maestri  e a tutti quegli adulti che pur sentendosi grandi fin dentro le ossa apprezzano i "miracoli" di immagini sapienti e tutte giocate sugli inganni tanto dell'occhio quanto della mente in alternarsi continuo di realtà e finzione.

 

 

 

1987  la fiaba tridimensionale 

 

LA FIABA TRIDIMENSIONALE

 Fiaba ad illustrazioni anaglifiche atte ad ottenere immagini 3D di grande effetto

 

 Casa Editrice Piccoli - Milano

 

 

Cari ragazzi, il libro che avete tra le mani non ha la pretesa di essere il “libro più bello del mondo”. Però..., però..., qualche piccola pretesa ce l’ha ugualmente.

Infatti non se ne vedono spesso di libri così; e se la memoria non ci inganna, son ben più di cinquant’anni che non se ne vedeva in giro uno simile al vostro.

Ma quale sarà mai questa gran differenza che fa di questo libro, un libro diverso da tutti gli altri? E presto detto!

La fiaba dì Serenella è stata pensata e scritta in modo tale che le illustrazioni che l’accompagnano vi appaiano ad “effetto speciale”, con un impressionante senso di realtà.

Cercherò di spiegarvi brevemente ~l perché di questo effetto visivo. Noi vediamo con entrambi gli occhi; forse non ci avete mai pensato, ma questo è un fatto molto importante. I nostri occhi sono tra loro allineati e distanti, quindi, mentre fissiamo un’immagine, ciascuno dei due vede il medesimo soggetto, ma do punti leggermente diversi. Le relative immagini, giunte al cervello — il

nostro vero occhio” — così tra loro un po’ diverse, vengono analizzate compiutamente, ed infine valutate in relazione al loro senso concreto di profondità. Certo questo è un meccanismo complesso, difficile da spiegarsi e che molto deve a stimoli particolari del nostro apparato cervicale.

Guardate con entrambi gli occhi un oggetto davanti a voi:

automaticamente siete in grado di vedere e misurare l’esatta distanza che separo il vostro soggetto da altri soggetti, posti davanti o dietro di lui. Lo separazione netta tra un soggetto e l’altro, è evidente! Potete stimarla in metri e centimetri, oppure anche in millimetri, e con buono precisione; volendo, potete allungare il braccio per afferrarlo con sicurezza. E normale, direte. Certo! Ma provate adesso a rivedere il tutto, utilizzando un solo occhio, e soprattutto a rifare in queste condizioni le stesse stime. È totalmente scomparso in noi il senso della profondità delle cose; non siamo più in grado di valutare la loro esatta collocazione nello spazio…

 

 

 

1987 la fiaba impossibile

 

 

LA FIABA IMPOSSIBILE

 Fiaba surreale in cui testo e immagini conducono il piccolo lettore oltre i confini della percezione.

 

Casa Editrice Piccoli - Milano

 

 

S’è mai sentito dire d’una fiaba impossibile? Certamente no!

Ogni fiaba, per sua natura, rende possibile tutto ciò che di norma non lo e. In ogni fiaba possono convivere maghi e fatine, streghe e stregoni, scope più o meno magiche, scarpe dalle “sette leghe”, bimbi alti quanto un “soldo di cado”, gatti parlanti e bimbi di legno. Che c’è alloro di così diverso in questa fiaba, da renderla davvero impossibile’’?

Furbino è un simpatico bambino; i suoi compagni di viaggio sono un maghetto e due strambi cavalli: Donato e Cacio. All’apparenza il loro viaggio, le loro avventure, non sono nè più nè meno diverse da quelle tante volte vissute in altri viaggi, in altre avventure, in altre fiabe. A rendere diversa, e in un certo senso unica, la loro storia è l’improvviso apparire di un “miracolo”, un evento eccezionale. il miracolo di cui parliamo è l’immagine, l’illustrazione disegnata, dei fatti portentosi loro accaduti. E esclusivamente grazie ai prodigi del disegno, che possiamo “vedere” ciò che non ce, se non nella nostra fantasia o nella magica bacchetta d’una fata birichina. Come spiegare altrimenti il fatto che — a tutti gli effetti — si possa camminare sempre in salita, o all’opposto sempre in discesa, sui gradini di una scala perennemente in piano? Sfogliando e leggendo questo libro, dovete per prima cosa spegnere il televisore che vi mostra le immagini del mondo. Dimenticatevi dei calcolatori, dove il mondo viene programmato e riprogettato. Tuffatevi nella lettura, godetevi le immagini, come se foste davanti ad una boccio di pesci rossi, attraverso la quale il mondo vi appare diverso, capovolto e distorto. In questo modo riuscirete ad essere totalmente liberi di vivere in pieno il fantastico succedersi di queste immagini, che esistono e ci appaiono reali più di ogni foto, anche se reali non lo sono e non possono esserlo proprio. Giocando con la fantasia e la prospettiva, attraverso le pagine di questo libro potrete compiere un viaggio diverso dal solito, che vi porterà direttamente in un mondo di meraviglie impossibili.

 

 

1987 la fiaba infinita

 

LA FIABA INFINITA

 Fiaba scritta, ideata ed illustrata con il fine di stimolare la fantasia e le capacità logiche dei lettori,   suggerendo loro spunti narrativi personali e sempre nuovi.

 

Casa Editrice Piccoli - Milano

 

Lo sapevate che le carte da gioco, anno più, anno meno, sono vecchie di ben seicentoundici anni?

No? Pare infatti che il primo mazzo di carte, e le prime regole di un gioco fatto di figurine e segni, venisse realizzato in Italia, più precisamente in Toscana nel con tardo di Firenze, il 23 marzo 1376. Nel pieno del Medio Evo, dunque! Era un gioco molto semplice, formato di figurine stampate a mano, e sempre a mano colorate ad una ad una. Quel gioco si chiamava “No-/bl”, un nome doppio, di origine araba che tradotto in italiano, non è altro che l’equivalente di “carta” e “gioco”; carte per giocare, dunque. Fu, come sappiamo, un grosso successo, al punto che ancora oggi, la passione per il gioco ed i segni colorati delle carte è diffusissimo in tutto il mondo e centinaia, forse migliaia, sono i modi e le regole con cui è possibile giocare.

Ci sono i Tarocchi, c’è il gioco della Scopo, con o senza “assi’ lo Scopone, la Briscola, il Poker, la Peppa e il Rubamazzetto. Ci sono anche giochi complicati e dimenticati come: il Passadiecij, l’A liosso, il Gino, la Cavagnola, la Sposa, il Nano Giallo, la Bellora ed il Tersilio e tanti altri ancora. Ci sono giochi buoni per ogni occasione, da fare da soli, in coppia, a tre, quattro opiù persone. Ci sono in fine giochi matematici, creativi, di pu ra fantasia, didattici e istruttivi: tutti molto divertenti. Da ultimo viene il nostro, quello che vi proponiamo in queste pagine: carte da gioco speciali, per un gioco “fa voloso” . Ma prima di parlarvi in dettaglio del nuovo gioco racchiuso tra le pagine di questo libro, facciamo un sa/fo all’indietro…

 

 

1991 celestina la fata azzurrina

 

CELESTINA LA FATA AZZURRINA

Fiaba surreale con stupefacenti illustrazioni ad effetto animato.

Illustrazioni a cura di Davide Cesarello

 

Editrice Janus- Bergamo

 

Fate attenzione, questo non è un libro qualsiasi, è un “piccolo cine­ma”, con immagini che si muovono, saltano e... “sgambettano” di qui e di là. Come...? Qui sta il trucco! Con i “magici occhialini. .1”. Facciamo le cose per benino, andando con ordine, svelando l’arca­no, spiegando il “mistero” a puntino. Guardate i disegni, ma bene che più non si può! Visto? Ognuno e doppio nel segno! Vien prima un disegno fatto di rosso pastello, con sopra sdoppiato, e cambiato nel gesto, un altro disegno uscito ben blu da un altro pa­stello. Bella roba, direte voi son due figure invece di una. Che ci­nema è questo? E’ un disegno confuso, arruffato ed anche un po’ “brutto”; ridateci il”biglietto!”. E no, cari bambini! Guardate un po’ tutta la storia, quando avrete assemblato per bene i vostri occhialini (v. pagg. 29-30), muovendo le lenti avanti e un po’ indietro. Il biglietto non si rende a nessuno quando il “cinema” è bello; e questo, bello lo è per davvero; ed anche funziona! Vero? Verissimo! Ma perché funziona? Non sarà tutta magia? Vi spieghiamo l’inghippo; ma il “‘trucco” resti un segreto tra noi. State bene a sentire e fate la prova, calzando sul naso gli occhiali speciali e guardando sul libro i disegni. C’è il rosso per guardare il blu, c’è il blu per guardare il rosso...

Questo perché? Dei disegni, ogni volta, uno scompare nel fondo del proprio colore d’occhiale, l’altro può essere visto da voi attraverso le lenti de/l’op­posto colore. Ecco allora che cosa succede ai disegni, quando a cambiare, oltre al colore, è il gesto o l’azione. Se ne vede uno solo per volta, prima uno, poi l’altro, col gesto che cambia di posto; colore per colore.

— Non è cinema ancora...! Son due immagini “chiare”, una per una e poi basta!

— Ben detto, ma ormai ci manca pochino; basta andare “fortino”! Muovete più svelti le lenti fissando il disegno e vedrete che cambia in continuo, e par che davvero si “muova” sul foglio. La colpa, “po­veretto”, è tutta dell’occhio che guarda!

Nel tempo che vede l’immagine blu, spostando veloci le lenti, lui, “tar­do”, ci mostra la rossa di prima, e subito dopo rincorre di nuovo la blu. S’arrangia a suo modo nel veder le figure che passan avanti ed in­dietro, veloci e confuse. Si immagina il gesto completo d’azione, partendo da una, arrivando all’a/tra figura. E questo, anche se in piccolo, è “cinema vero”.’ nient’altro che un “magico difetto” de/l’occhio che guarda...!

 

   

  

 

1993 candido dell'elmetto

 

 

CANDIDO DELL’ELMETTO

Fiaba fantastica con in allegato illustrazioni e visore anamorfico.

Illustrazioni a cura di Erica Savoia 

 

Editrice Janus- Bergamo

 

 

Ogni magia ha la sua “bacchetta”, ed è vero! E c’è magia e magia, bacchetta e bacchetta. Nel libro i fatti parlano chiaro, trasformando le illustrazioni di queste pagine in immagini da vedere e gustare, bel­le e lucenti.

Qual è il prodigio...? Semplice!

Da quelle macchie di colore, da quei segni distorti, come riflesse dal­l’elmetto di Candido l’eroe della nostra storia nasceranno, at­torno alla superficie della “bacchetta”, figure perfette, tal quali nes­suno potrebbe immaginarsele mai.

Provate un po’ ad appoggiare la “bacchetta” argentata sul dischet­to di ogni illustrazione e a dire in coro:

“Un, due, tre... abracadabraabracadabraanamorfosi...!” L ‘effetto è “bell’e pronto”, servito in tavola, fresco e lucente. Ma non è finita qui: magia e divertimento van sempre a braccetto. Già, ma la “bacchetta”? La specialissima e promessa “magica bac­chetta, dov’è? A che mago rubarla?

Semplice!

E’ tra le pagine del libro, in fondo! E’ quel foglietto di carta a specchio, che non attende altro che d’essere arrotolato e messo alla prova.

 

 

 

1993 3D missione basic 

 

 

3 D..! Missione Basic

 Fiaba con illustrazioni tridimensionali. In allegato gli appositi occhialini.

 Illustrazioni a cura di: Alessandro Cesana, Stefano Mazzola

 

Editrice Janus – Bergamo

 Ristampe 1994-95-96-97-98

 

Questa è la storia di Gianni, del computer di Gianni e delle incredibili creature che vennero generate dalla me­moria del computer di Gianni. Nella casa di Gianni parlare del computer di Gianni non significava soltanto parlare di una semplice macchina, un elettrodomestico qualsiasi, seppure ultramoderno e intel­ligentissimo; significava parlare di un compagno insepara­bile di giochi e di avventure; insomma, di un “quasi-ragaz­zo”, di un amico vero, inseparabile e sincero. Poiché il computer di Gianni fu per lui simile in tutto e per tutto ad un vero uomo, i giochi e le avventure che en­trambi poterono vivere in una sola volta, in una fatidica notte, non furono per nulla dissimili da quelle vere, reali, concrete che tutti possiamo raccontare, apprezzare e fors’anche vivere, fantasticando coi nostri più cari, fidati amici. E questa è la storia di come da quella incredibile, piccola macchina potè scaturire e raggiungere pienezza d’intenti un gioco incredibile e quasi reale.

 

 

1993 viva Noè 

 

 

Filastrocca tratta dall’antica tradizione ebraica illustrata con immagini animate e realizzate con tecnica antichissima. (kino-Schia)

 

Editrice Janus – Bergamo

Illustrazioni a cura di Andrea Gervasoni

 

 Ristampe: 1994 – 95- 96 – 97- 98

 

  

Ormai lo sapete tutti, questi nostri “libri gialli” sono libri un po’ speciali, in un certo senso anche un po’ “magici”. Quale sarà dunque la magia nascosta tra queste pagine? La soluzione del piccolo mistero, come in ogni libro che si rispetti, è in fondo, subito dopo la parola ‘fine”! Aprite il libro e all’ultima pagina troverete un retino magico, un foglio trasparente con tante righe grigio-scuro. Staccate­lo ed usatelo per riguardare meglio alcune illustrazioni, muovendolo un po’ a destra ed un po’ a sinistra al di sopra delle immagini. Non ci saranno difficoltà nè ci vorrà molto per gustare il piacere offerto da una magìa così semplice e bella: una dopo l’altra le figure si animeranno ed i personaggi sem­breranno uscir di pagina per muoversi, parlare, ballare, saltare con voi. Già, e il trucco..? Perchè è pur vero che ogni magìa nasconde un trucco; ma il trucco dunque quale sarà, direte voi! Ecco quindi che la risposta, semplice-semplice come piace a noi, finiremo per trovarla insieme riguardando con più attenzione le figurine colorate del libro, con e senza il retino fatato. Che c e di speciale in queste immagini riguardate un po’ meglio? Alcune parti, lo vedete, sono doppie, fatte a fette, come fossero salamini! Non son doppie certo per caso, nè affettate a casaccio: questa è la ragione e il motivo della magìa.