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ritrovamenti, restauri, rimusicazioni, video doc, spot.

 

   

 

 

2000 il tempo, la memoria

 

 

 

IL TEMPO, LA MEMORIA

In un secolo di immagini giussanesi

immagine di copertina di elia pirovano 

 

Film documentario , premio speciale per un opera sulla storia o la cultura di un territorio al 19° Concorso internazionale di videocinema di Pordenone 2003.

 

“…si mette in luce per la pregevole ricostruzione del passato recente di un territorio operato attraverso un’accurata elaborazione di materiale d’archivio e un’umanissima trasfigurazione delle immagini nella poesia dialettale…”

 

Edizione Comune di Giussano

 

 

Giussano, il suo tempo perenne: è questo il viaggio che abbiamo compiuto indifferentemente all’indietro ed in avanti nello spazio delle immagini. Il materiale di questo percorso è perlopiù vecchio quanto basta a coprire il secolo di fine millennio: tutti filmati ed immagini originali e rare.

Pietrificati, sempre itineranti, abrasi, levigati come ciottoli del Lambro i personaggi, le vedute, le cose di questo nostro viaggio, paiono riemergere dai gorghi dell’imbarbarimento del consumismo, dallo stupro delle idee, dalla violenza del territorio e degli anni: uomini e cose antiche portati oggi, con semplicità e candore, in un mondo dall’apparenza vuota.

Non un borgo da favola dunque, non vani fantasmi, ma cose ed esseri vivi, palpitanti, poiché tutto torna ad esistere ogni volta che ci si accosta ad una briciola delle proprie cose, partendo da lontano

 

 

 

una Brianza antica accompagnata dalle parole del poeta Marelli

Primo premio al festival del cinema e tradizioni popolari di Pordenone

Primo premio alla rassegna cinematografica di Farfa

 

2001  Christus

 

TITOLO, CHRISTUS, 1916

regia di Giulio Cesare Antamoro

 

Interpreti

Alberto Pasquali (Gesù), Leda Gys (Vergine Maria),Amleto Novelli (Ponzio Pilato),Augusto Mastripietri (Giuda),Aurelia Cattaneo (Maria Maddalena), Renato Visca (Gesù a 12 anni), Maria Caserini Gasperini, Una De Chiesa, Ignazio Lupi,Augusto Poggioli, Ermanno Roveri.

Storia della vita di Cristo divisa in tre parti chiamate "Misteri": la nascita di Gesù e la fuga in Egitto; la vita pubblica di Gesù fino alla trionfale entra­ta a Gerusalemme; la Passione, la Morte e la Resurrezione di Gesù.

 

 

La rappresentazione scenica è costituita dalla riproduzione animata di modelli figurativi tratti dalla grande tradizione artistica. Si possono riconoscere, sia per l'ambientazione che per l'intensità della rappresentazione, oltre cento opere tra cui "L'Annunciazione" del Beato Angelico, "La Natività" del Correggio, "Il Battesimo di Gesù" del Perugino, "Il Cenacolo" di Leonardo da Vinci, "La Crocifissione" di Andrea Mantegna, "La Deposizione" di Rembrant, "La Trasfigurazione" di Raffaello e "La Pietà" di Michelangelo.

Su specifica richiesta del conte Antamoro, Fausto Salvatori, discepolo di D'Annunzio e autore di poemi e opere teatrali, scrisse un poema mistico sul Cristo diviso in tre "Misteri" che costituì la base per la sceneggiatura e le dida­scalie del film.

Prima della distribuzione ci si accorse che parte del negativo era rovinato. Fu necessario rigirare alcune sequenze che, passato Antamoro a lavorare ad altre produzioni, furono affidate a Enrico Guazzoni.

Primo film girato sui luoghi storici, Palestina ed Egitto, e interpretato da Alberto Pasquali (Gesù), Amleto Novelli (Ponzio Pilato), Leda Gys (Maria Maddalena). Enorme il suo successo: viene considerato il film più completo tra i film religiosi, tanto da ricevere l'appellativo di "Film eterno". Nel 1925 veniva ancora proiettato nelle sale. Lo ha trovato per caso nel 2001, in un mercatino dell'usato, Attilio Mina, docente di laboratorio multimediale all'Istituto statale di Giussano (Milano). E' l'unica riedizione spagnola del CHRISTUS di Giulio Cesare Antamoro, il primo kolossal della cristianità. Con la consulenza di Renzo Salvi (capostruttura di RAI Educational) la pellicola è stata restaurata dai ragazzi dell'Istituto e trasferita in videocassetta. Per averla contattare "Brianze", rivista bimestrale, tel. 0362. 95589. Il film fu prodotto dalla Pathé Frères, una delle case cinematografiche più note dell'epoca. Il film è del 1916 ed ha una storia affascinante: La prima visione è dell'8 novembre a Roma. Il film fu poi proiettato anche al Santo Sepolcro di Gerusalemme.

 

Il film Christus, ha ottenuto il premio speciale della giuria al festival Internazionale “Le Mura d’oro di Bergamo”, patrocinato da RAI SAT ART. 2002

 

La colonna sonora del film  si è aggiudicata il premio speciale della giuria al Festival Internazionale di Rimusicazione di Bolzano: Harlok 2003

 

Medaglia di cittadinanza onoraria città di Cori 2003

 

Il film  è stato proiettato nella notte del Natale 2003 sulla facciata della basilica del SS Sepolcro a Gerusalemme.

 

Il film  per volontà di S.S. Giovanni Paolo II. è stato inserito nell’archivio della Cineteca Vaticana. (nota: inserire bolla vaticana allegata)

 

 

 

Il video nella versione originale antecedente il nostro restauro digitale

Lettera del Papa agli studenti

Il video e i curatori del restauro stati insigniti con "l'Apollo Laurato", l'antica moneta coniata in Cori e risalente al IV secolo AC . Onorificienza  equivalente alla concessione delle "chiavi" della città. C'è ragione in tutto questo in quanto il film  venne rigiato a Cori quando furono perse a causa di un fungo le riprese effettuate in Egitto. Tutti gli abitanti del piccolissimo centro della ciociaria vi parteciparono quali comparse , ma per via degli eventi storici che si succedettero, nessuno di loro potè mai vedere il film. Alla scoperta del mio casuale ritrovamento della pellicola, il sindaco mi invitò ad una pubblica proiezione serale nel centro della cittadina, sulle mura ciclopiche di aureliano. Tutto il paese vi partecipò e riconobbe nei pastori palestinesi  il volto dei propri antenati.

 

Nell'immagine: " L'apollo Laurato", per la concessione della cittadinanza onoraria di Cori.

 

Dai giornali spagnoli e di un po' tutto il mondo (recensioni reperibili in internet)

 

CHRISTUS J.C. Roma
Una de las producciones más grandiosas del cine mudo, y sin duda la más importante de inicios de siglo XX sobre la vida de Jesús, ha sido recuperada del olvido de la Historia, y ahora puede ser admirada en su restauración digital.
Se trata de Christus, una película dirigida por el noble italiano Giulio Cesare Antamoro, que comportó tres años de rodaje en Palestina, Egipto e Italia con miles de figurantes. El momento más intenso de la grabación tuvo lugar en verano de 1914, cuando en Europa comenzaba la primera guerra mundial.
Se convirtió en un auténtico largometraje de más de dos horas, con escenas inspiradas en las grandes obras de la pintura italiana. El Jesucristo de Antamoro celebró la Última Cena en el Cenáculo de Leornardo, fue crucificado con el pintor Rosso Fiorentino, fue acogido por la Piedad de Miguel Ángel, y resucitó con efectos especiales cinematográficos.
Este eco de la pintura en el cine concuerda con la tradición de los cuadros vivientes, preparados popularmente para conmemorar la Pasión. La Última Cena es una de las primeras secuencias de la historia del cine rodadas con iluminación eléctrica. La crucifixión, en cambio, tuvo que ser repetida en el Piamonte porque la película original enmoheció irremediablemente durante el viaje de regreso de Palestina.
Vico d'Incerti, en un ensayo escrito sobre la revista Blanco y Negro (Roma, n. 12, diciembre de 1957), contaba que, mientras se grababa la escena de la anunciación del ángel a María, una muchacha, la hija de un florero, se acercó para traer un ramo de flores que había pedido el director. Al ver a la Virgen, cayó de rodillas, creyendo que se trataba de una aparición.
El estreno de la película tuvo lugar el 8 de noviembre de 1916 en Roma, en el Teatro Augusteo, con la participación de la reina Elena de Italia, así como de autoridades italianas y de representantes de Gobiernos europeos, que en ese momento estaban en guerra. Desde 1928, sin embargo, nadie había podido ver la película. En ese año, se proyectó sobre el muro del Santo Sepulcro en Jerusalén. Los cronistas de la época dicen que los espectadores la vieron de rodillas.
Ahora el filme ha vuelto a resurgir gracias a la obra de restauración de dos grandes expertos cinematográficos italianos, que han realizado dos investigaciones paralelas. Por una parte, la productora italiana Titanus, dirigida por Goffredo Lombardo (hijo de Leda Gys, la Virgen del Christus), ha restaurado la antigua copia que quedaba en la Filmoteca del Ayuntamiento de Bolonia. La obra fue presentada en la última Bienal de Venecia, con una banda musical escrita por uno de los compositores de música religiosa más importantes en estos momentos, monseñor Marco Frisina.
El Lunes Santo pasado se presentó otra obra restaurada del Christus y hasta ahora nunca censada. Se trata de la versión que se distribuyó en España, preparada por la célebre casa de producción Pathé Frères, de París. Como muchas de las imágenes se han perdido, Attilio Mina, profesor de cine en el Instituto de Arte de Giussano (Italia), recuperó pasajes de otras filmotecas italianas, fotograma por fotograma. El resultado ha sido una auténtica obra de chinos, con una duración de 37 minutos.
El Christus de Antamoro «es considerado como el filme religioso más completo», escribe el historiador del cine Lionello Ghirardini. Su restauración por parte de la Titanus y su presentación en Venecia tuvieron lugar gracias al entusiasmo y al apoyo que ofreció al proyecto monseñor Enrique Planas, director de la Filmoteca Vaticana.

 

 

 

2001 la vie et la passion de Jesus Cristus

 

 

TITOLO LA VIE ET LA PASSION DE JESUS CRISTUS

Regia di Maurice André Maitre 1913

colonna musicale e partiture recitative aggiunte e tratte da "La Passione di Cristo" del teatro Licinium di Erba (Co) 1954

 

 

 

 

Il video restaurato con la giustapposizione del recitativo tratto dalla Passione di Cristo del 1954 al teatro (all'aperto) Licinium di Erba (Co)

 

 

Presentazione del film Christus a La7 tv

 

2002  Guido Gozzano – “la farfalla macaone”

 

Video in DVD

LA FARFALLA MACAONE

Di Guido Gozzano

 

Montaggio di Alessandro Nespoli

Editrice Aretè/ Parco Regionale Valle Lambro

 

 

 


Alla ricerca della farfalla ottica

 


Se il cinema è una lingua, il restauro è certamente il suo dialetto. E dei dialetti ha tutte le qualità: è robusto, aggressivo, preciso, rotondo, efficace, autentico, talvolta ironico; sempre e comunque, bene o male, riconduce alle origini. Questa premessa ci pare doverosa oltre che suggestiva, poichè davvero è stata oltre che un personalissimo convincimento, la base più autentica di questo nostro lavoro che ci ha visti impegnati alla rivivificazione di uno dei primi (forse il primo in assoluto), certamente il meno visto ma importante per molti versi, dei documentari naturalistici del cinema italiano delle origini.
Andiamo con ordine. Il ritrovamento come avviene di solito in casi analoghi, è stato casuale, quasi involontario a conclusione di una particolarissima ricerca sulla religiosità del cinema italiano delle origini. Tra la molta documentazione reperita in fondi ed archivi pubblici e soprattutto privati, ci siamo imbattuti in nitrati originali e riproduzioni di documenti "unici" desunti da originali consunti, in via di estrema dissoluzione ed ormai, supponiamo tristemente, definitivamente scomparsi tra le pieghe del tempo. Tra questi, un insieme sufficientemente organico di documenti filmici che potremmo definire come una specie di "fondo Omegna". Costui fu un grande imbonitore d'immagini, gestore di sale cinematografiche, importatore ed esportatore di pellicole, regista, operatore di macchina, produttore. Come non incuriosirsi con materiale di simile provenienza tra le mani?
Su tutto, la nostra attenzione si è soffermata su un filmato breve, per altro in pessime condizioni di conservazione, di una edizione de: La vita delle farfalle, sottotitolo in latino: La farfalla Macaone; un estratto non firmato tratto, si suppone, come appunto sottintende la didascalia ufficiale da La vita delle farfalle, ormai ben più celebrato film di Guido Gozzano e Roberto Omegna, suo cognato. Per quel che ci riguarda vi è traccia di una cartolina postale del 20 luglio 1911 in cui Gozzano annuncia di essersi procurato i bruchi e di apprestarsi a consegnarli al cognato per la realizzazione "della film". In altra parte del carteggio Omegna-Gozzano vi è la descrizione del set di ripresa: un sottoscala buio (luogo ideale per l'allevamento di larve) illuminato da un unico pertugio ad anta. All'analisi anche superficiale dei fotogrammi recuperati, appare evidente da subito l'esatta corrispondenza della descrizione del set con le immagini: tutte riprese in un luogo oscurato illuminato soltanto da una piccola luce naturale proveniente dal lato immagine sinistro. In altra parte, tra queste stesse pagine virtuali, il lettore avrà la possibilità di meglio comprendere tanta presumibile certezza di attribuzione da parte nostra (gozzaniani per caso) nei riguardi degli autori dell'opera oggi reperita e ripristinata.

cartolina di Gozzano ad Omegna
cartolina di Gozzano ad Omegna

2002 lettere al domani

 

 

Film in DVD

LETTERE AL DOMANI

 Realizzazione in copia unica, ad uso esclusivo dei posteri, sigillata alla presenza di un notaio e racchiusa nella statua della madonna nella piazza grande di Giussano.

 

Edizioni Comune di Giussano

 

 

È come se avessero deciso di mandare un messaggio nello spazio, a un ipotetico destinatario lontano 100 anni-luce. E, mentre i loro antenati avevano scelto di inviare delle semplici cartoline, loro hanno girato una più moderna video-lettera, l’hanno incisa su Dvd e per buona misura hanno chiuso il dischetto in una teca di cristallo antiproiettile riempita di elio e racchiusa in un contenitore termico...
Sì, il fascinoso progetto  sfiora il racconto di fantascienza. A Giussano in piazza Roma la popolazione assisterà su maxischermo al film «live» sulla sua città (una carrellata per le strade, al mercato, al centro commerciale...) e sentirà i messaggi registrati dalle autorità locali; poi il dvd – girato in copia unica da Attilio Mina, infaticabile cultore di cose locali, – verrà sigillato dal sindaco e dal parroco e collocato, insieme ai bussolotti con le ritrovate 1100 cartoline del 1954, nel cavo della statua della Vergine: ai cui piedi saranno incisi la data in formato internazionale ISO e il simbolo grafico del Dvd.
Nessuno potrà più vedere quel film per un secolo, quando il notaio – cui è stato affidato anche un lettore cd, nell’eventualità che nel 2102 questo strumento non esista più – toglierà i sigilli. Solo allora i posteri potranno riscoprire com’era Giussano nel 2002: «Dettagli banali della quotidianità che, a voi del poi – recita una "lettera dall’al di qua" inserita nel dischetto –, affini del nostro domani, apparterranno per diritto di futura memoria»

 

 

la mia lettera ai posteri letta da Giancarlo De Angeli

 

 

2002 il collezionista

 

 

Video documentario in DVD

Titolo: Attilio Mina, il collezionistsa

regia di Cesare Bernasconi

Edizione RSI Televisione Svizzera

 

 

Fra le mura di casa un catalogo curioso ed inesauribile di oggetti antichi e di modernariato. Vive a Mariano comense, nella culla del nord leghista, fra la Brianza ed il confine svizzero. Assiste quotidianamente al degrado ambientale del suo territorio. Attilio Mina, insegnante, ha costituito in casa propria una sorta di originale e anticonvenzionale museo di oggetti legati al mondo della fotografia (addirittura criminale), del cinema, ad una raccolta unica di giochi e giocattoli antichi e strani. Li conserva e li studia con passione.

 

 

 

 



FILM INTERO

 

 

2003  disabilità

 

 

SPOT VIDEO

2003 anno internazionale delle persone disabili

 Quattro spot per quattro abilità differenti

 

I video sono stati selezionati per serata inaugurale del Giffoni Film Festival e in seguito vincitori di numerosissimi festival cinematografici.

 

 

 

GLI SPOT SULLA DISABILITA' APPLAUDITI IN TUTTA LA PENISOLA

 Quattro minuti che hanno fat­to il giro d’Italia. Immagini in bianco e nero, poche parole, e un messaggio che si può ben sinte­tizzare nella dedica iniziale, una citazione di Giuseppe Pontiggia che recita: «Ai disabili che lotta­no non per diventare normali,ai per se stessi». I           quattro spot girati dagli stu­denti dell’istituto d’arte nell’an­no europeo del disabile hanno davvero fatto centro: già tra­smessi da «Raitre» e da «Tele-più», nel corso di quest’estate so­no stati messi in programmazione, a sorpresa in molti festival cinematografici della penisola. Con un successo che i ragazzi della terza D e Attilio Mina non avrebbero nemmeno osato sperare. Il «Giffoni film festival», ras­segna cinematografica per ra­gazzi; l’Unimovie», il festival organizzato dall’Università di Perugia; il festival «Le mura d’o­ro» a Bergamo; il festival dei corti a Polla (Salerno); «Magma», mostra di cinema bre­ve che si svolge ad Acireale (Ca­tania), infine Mediterraneo in corto: queste le tappe del tour che, durante i mesi estivi, ha visto protagonisti gli spot dell’Isa e i testimonial eccellenti che hanno aderito all’iniziativa. Fabrizio Macchi, ciclista, record dell’ora su pista, i giovani giocatori della squadra di ba­sket «Briantea tabu», Antonella Ferrari, attrice , tra l’altro, della celebre soap «Cento vetrtne»: tre spot per tre storie i cui protago­nisti, tutti disabli, sono acco­munati da un unico denominatore comune, la valorlzzazlone delle diverse abilità di ciascuno. «La prima vittoria è quella su stessi» è infatti il messaggio di Fabrizio. Non ce l’ha fatta, inve­ce, la piccola Anna, volto elo­quente del primo spot: per lei nessuna parola, solo Immagini e due date: 1972-1978. Pregevoli dal punto dl vista tecnico e sconvolgenti per conte­nuto, non stupisce che questi quattro minuti abbiano letteral­mente conquistato gli organizza­tori del principali festlval estivi, che in molti casi hanno ribaltato il programma per concedere agli spot niente meno che la serata inaugurale. Così è stato anche a Giffoni, dove le clip video sono state viste e poi dibattute da un pub­blico composto da 2500 ragazzi­ni. Possono dirsi soddisfatti gli studenti dell’Isa, i professori, il preside Bruno Chiaro, che erano partiti per questa avventura con lo scopo di far parlare il più pos­sibile dell’anno del disabile.

 

 

 

Questo video è stato presentato ufficialmente alla serata inaugurale del Giffoni Film Festival e si è aggiudicato numerosi premi, menzioni e riconoscimenti in Italia e all'estero.

Torino film festival: targa C.I.A.S dalla Associazione nazionale dei critici cinematografici italiani, quale miglio percorso di ricerca filmica e tematica.

 

 

2003  ciciarem un cicinin

 

 

FRANCA BRAMBILLA: CICIAREM UN CICININ

Video documento sulla più grande interprete della poesia meneghina

 

Edizioni Brianze/ Aretè/ MecTex

 

Volevo conoscere e capire i “grandi vecchi” della cultura lombarda, e fu così che con l’amico Elia andai da Franca Brambilla, la grande attrice dialettale e storica annunciatrice del “Gazzettino Padano”. Franca ormai quasi ultra ottuagenaria era minata da un male incurabile ai polmoni e ben sapeva del poco che le restava. Era comunque entusiasta del progetto e nella sua casa di ringhiera di porta cica, realizzammo un master di prova di circa 2 ore. Purtroppo non ci fu dato di completare il progetto e Franca riposa ora al Famelio, tra coloro che fecero grande Milano.

 

Dal video potemmo però ricavare il solo audio che grazie agli sponsor potemmo editare in cd audio con una ricca compilation di poesie milanesi che è reperibile tra queste pagine nella apposita sessione. 

 



FILM INTERO

Franca Brambilla alle prese con una recita in dialetto meneghino durante le prove per la realizzazione del video documentario. In realtà questo documento è quanto rimane del ricordo di Franca che già malata terminale, scomparve poco dopo le prime riprese. 

 

 

2004  fotoromanza

  

TITOLO, FOTOROMANZA

 Video racconto tratto dai "I Promessi Sposi" di A. Manzoni

Nella interpretazione dialettale di Piero Collina del 1956

e nelle immagini "Le Grandi Firme" di Bolero Film 1953

Una realizzazione di Attilio Mina

 

Realizzato in collaborazione con:

  • Provincia di Como
  • Ufficio Scolastico Regionale Lombardia
  • Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori
  • RSI radio televisione della Svizzera Italiana

 

 



FILM COMPLETO




SPEZZONE INTRODUTTIVO

Don Abbondio e i bravi

L'assalto ai forni

 

 

2005  Shoah

 

TITOLO, SHOAH.

quattro minuti e quattro diverse drammatiche situazioni per ricordare la più grande tragedia dell'umanità.

Una realizzazione di attilio Mina

 

 

 

Premio speciale al festival del cinema do cortometraggio, "fiaticorti" di Vicenza.

 

Lettera di encomio del Presidente della Repubblica

 

 

Primo premio e targa speciale  a "Males/corto" di Malesco, città martire della resistenza.

2005 Christus dvd

 

Titolo, CHRISTUS, 1916

regia di Giulio Cesare Antamoro

Restauro digitale di Attilio Mina

 

Editore Ospedale San Gerardo Monza

(opera destinata agli stagisti operatori infermieristici della Repubblica Popolare Cinese)

Con il patrocinio Ufficio Scolastico Regionale della Lombardia

In collaborazione con Rai Educational

 

 

 

Quel Christus e il suo pubblico

 

Percorsi e pensieri in presentazione del restauro digitale del film Christus (1916) realizzato dalla classe V C

e dall’insegnante Attilio Mina

dell’Istituto Statale d’Arte di Giussano (Milano), nell’anno 2001/2002,

edito dalla rivista “Brianze” nel marzo 2002

 

di Renzo Salvi

(direttore responsabile RAI Educational Milano)

 

Una pellicola ritrovata, piccola, modesta e con un’arietta persino polverosa, che mette in scena, con l’impegnativo titolo di Christus, la vicenda narrata nei Vangeli, svela e consente di narrare – in primo luogo – i retroscena, di intenzione e produttivi, i piani di comunicazione ed il rapporto col pubblico di una cinematografia che risale agli inizi di quello che ormai ci si deve abituare ad indicare come “il secolo scorso”. Per storicizzare: il primo ciak del Christus coincide con l’inizio della “Grande Guerra” in Europa.

Si tratta di retroscena a loro volta, in qualche modo, grandiosi. I capitali per la produzione – si narra per approssimazione di notizia – furono resi disponibili con l’intervento dell’aristocrazia romana, all’epoca papalina ed ancora arroccata nel rifiuto politico dell’allora Regno d’Italia, anche se poi, concretamente, nei confronti del medesimo non mancavano relazioni di fatto di buon vicinato, sicché, in Roma, alla “prima” del film intervenne (ovvero, secondo il lessico dell’epoca, “presenziò”) per di più commuovendosi, la regina di quel regno medesimo; gli “effetti speciali” misero in campo invenzioni di ripresa e trattamenti innovativi della pellicola in fase di sviluppo e stampa, soprattutto con la finalità di rendere visivamente, a rischio di magismo, miracoli ed eventi maggiori del Vangelo, giungendo sino alla cromatizzazione delle scene; l’organizzazione produttiva supportò le scelte (artistiche e di regia …) che vollero lunghi periodi di ripresa in Egitto ed in Palestina oltre che in Italia e – sempre si narra, probabilmente con qualche rischio di scrittura romanzata – che furono le truppe cammellate del protettorato britannico in Egitto a fornire comparse (umane ed animali) per le carovane dei magi e per altre scene di massa ad ambientazione desertica e mediorientale.

Per altro l’aver portato, insieme all’intero cast, anche una delle maggiori tra le dive del cinema muto in scenografie ambientali inconsuete e dense di fascino, determinò, allora, la scelta di “sfruttare” a fondo quei luoghi – la “divina” Leda Gys sul Nilo, nei pressi della Sfinge, con lo sfondo delle piramidi di Cheope, Chefrem e Micerinos … – e ci consente, adesso, di ritrovare le immagini di quell’Egitto d’epoca, di “quello” stato di conservazione dei suoi monumenti (sino a indurre sospetti di loro parziali ricomposizioni moderne) e di quegli ambienti naturali di circa novanta anni fa, successivi al taglio dell’istmo per la costruzione del canale poi detto di Suez, ma certamente anteriori, di molto, a frequentazioni turistiche che non fossero i viaggi sentimentali o quelli dell’avventura prossima all’esplorazione.

Le ragioni di tanta magnificenza di tecnica e di mezzi, che segnò soprattutto il periodo iniziale e le lunghe fasi di riprese all’estero, vengono sovente riportati all’intenzione, nell’ottica del cattolicesimo d’inizio secolo, di misurarsi da un lato con la modernità del mezzo nuovo di comunicazione – “il” cinematografo, per la produzione di film a lungo pensati al femminile: “la” film, “una” film … – e dall’altro di “rispondere” alla frequentazione laicista (miscredente? Secolare? Massonica?) della medesima arte che, poco prima, ma in quel medesimo torno di anni (1913) aveva realizzato Cabiria, col contributo, forse nel soggetto e certamente nelle didascalie, di un Gabriele D’Annunzio che, pur giovane, tuttavia già trasvolava, immaginifico, tra poesia, galanterie e prossimi arditismi, appunto nella Grande Guerra.

 



 

premio speciale della giuria af Festival RAI SAT, "Le mura d'oro" di Bergamo

 

il video è stato inserito nella mostra: “la mente di Leonardo” alla Galleria degli Uffizi, Firenze

 

Firenze, Galleria degli Uffizi, mostra: " la Mente di Leonardo" cui, su richiesta, ha partecipato il film in una piccola sala dedicata.

A seguire, dritto e volta dell'invito personale alla inaugurazione da parte del sindaco di Firenze.

 

 

 

 

 

 

 

invito personale
invito personale

 

 

2005  Piccolo mondo antico

 

 

TITOLO. PICCOLO MONDO ANTICO

Video racconto liberamente tratto dal romanzo di A. Fogazzaro

Nelle immagini "Le Grandi Firme" di Bolero Film Mondadori 1954

con il commento audio tratto da "Ora Serena" radiodramma della Radio Televisione della Svizzera di lingua

italiana del 1950.

 

Progetto grafico Igor Bellotti

Una realizzazione di A. Mina

 

In collaborazione con:

  • Ufficio Scolastico regionale Lombardo
  • Provincia di Como
  • Comune di Valsolda
  • I Parchi Letterari
  • Comunità Europea
  • Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori
  • RSI Radio Televisione della Svizzera italiana

 

 

 

 

 


 

 

 

FILM INTERO

 

La riproduzione dell'intero video è stata inibita dalla SIAE per via dell'utilizzo  di alcuni secondi sulle immagini finali de: "Amami Alfredo" come colonna di accompagnamento.


 





SPEZZONE

 

 

2005 mio padre fascista

 

 

Video documentario in DVD

Titolo:Mio padre fascista

 

regia di Cesare Bernasconi

Edizione RSI Televisione Svizzera

 

 

 

Scavare nelle proprie radici per capire la traccia lasciata nel proprio vissuto da un genitore conosciuto pochissimo, immaginato molto, e indagato, ad anni dalla morte, soprattutto per il suo ruolo socio-politico. Anche questo è Fascismo, Liberazione o genericamente dopoguerra. Il segno affettivo che un padre ha lasciato nella persona di un marianese che la guerra non l’ha fatta, è diventato un documentario, realizzato da Cesare Bernasconi, che verrà trasmesso domenica (10 aprile) sul primo canale della rtsi, alle 20.40 nella trasmissione Storie condotta da Aldina Crespi.

Il titolo Mio padre fascista descrive parzialmente il contenuto del lavoro televisivo nel quale la psicologia fa la parte del leone sulla storia, che pure c’è. I documenti d’archivio raccontano di Renzo Mina, cermenatese, commissario prefettizio a Cermenate, di cui il figlio Attilio ha voluto ricostruire la vita. E lo ha fatto per capire chi davvero fosse quel padre che lui ha conosciuto come autoritario, severo nei suoi confronti.

Ma la vicenda di Renzo Mina si intreccia inevitabilmente con altri due terribili fatti cermenatesi.

Si tratta di due esecuzioni. Una del brigadiere di pubblica sicurezza Rinaldo Failoni e l’altra di sei ragazzi fucilati l’8 aprile del 1945 dalle SS a Cantù Cermenate, colpevoli di aver disertato dopo essersi arruolati volontari nelle SS per non confessare il furto di un grammofono. Vicenda, l’ultima, apparentemente paradossale.

Il primo, Failoni, venne invece fucilato il 29 aprile del 1945 davanti al muro del cimitero di Cermenate da un gruppo di partigiani, dopo essere stato condotto su un carro lungo le vie di Cermenate e dei Comuni vicini ed esposto "all’aggressione" della popolazione che, ferendo e insultando Failoni, che aspettava il giorno dell’esecuzione, voleva vendicarsi di tutti i torti che lo stesso aveva inflitto nel corso del suo mandato. Il carattere turbolento del Failoni è attestato anche in un documento del 25 maggio del 1944 indirizzato al questore di Como. In questo scritto, Renzo Mina fa presente come il brigadiere non fosse ben voluto dai cermenatesi. «(...) Siccome poi la presenza in Comune del famigerato Failoni, riusciva pericolosa ed intollerabile alla popolazione, per ben due volte lo scrivente denunciò lo stesso alla competente autorità riuscendo a farlo allontare dal paese (...)». Per quattro dei sei ragazzi fucilati, invece, il verdetto venne emesso dal tribunale di guerra il 5 marzo del 1945: pena capitale per Emilio Trezzi, classe 1917, Mario Pellegatta, classe 1923, Pietro Missaglia, classe 1924 e Giovanni Giussani, classe 1923. Tutti residenti a Seregno. Gli altri due erano tali Fedeli e Nardi, disertori toscani delle SS. I condannati vennero rinchiusi nel carcere del Bassone al Albate in attesa dell’esecuzione fissata a cermenate.

Alle 7 di mattina dell’8 aprile 1945 i sei vennero legati ognuno ad un palo fissato nel terreno, con le braccia legate dietro la schiena e la benda sugli occhi. E si sparò.

I due fatti di sangue vengono ricostruiti del documentario Mio padre fascista attraverso le voci di un ricercatore che riporta la testimonianza di un militare delle SS, ancora vivente, che presenziò alla fucilazione dei sei ragazzi a Cantù Cermenate, e di tre cermenatesi che ricordano quanto accaduto a Failoni.

 



FILM INTERO

 

 

2005 san Tarcisio martire

 

 

Film: Saint Tarcisius Martyr, 1914

Prod. La Maison de la Bonne Presse / Pathè

Una gentile concessione di Maria Grazia Bonazzetti – Radiotelevisione Svizzera

Copyright Attilio Mina

Registrazione e missaggio sonoro Giancarlo de Angeli

voce cantante di Vanessa Tagliabue York

Apparati Storico/critici e consulenza a cura del Prof. Riccardo Redi

Restauro digitale Attilio Mina,

La pellicola è stata scoperta dalla famiglia Varini di Tenero, Locarno.

 

 

Il video ha ottenuto il premio "Le Mura d'Oro" al festival internazionale di Rai Sat di Bergamo quale miglio restauro e miglior colonna sonora originale, interpretata da Vanessa Tagliabue York

presentazione del video fatta dal TG3


FILM INTEGRALE CON COLONNA SONORA

 premio "Le Mura d'Oro" al festival internazionale di Rai Sat di Bergamo per il restauro e  miglior colonna sonora originale interpretata da Vanessa Tagliabue York

A cura di Riccardo Redi, il più grande esperto italiani di cinema delle origini

 

Il film reperto: cenni storici

 

Saint Tarcisius, Martyr ritrovato dal professor Mina è un reperto sicuramente raro, anche se non unico. Appartiene ad un insieme di film religiosi, agiografici, educativi prodotti dalla Bonne Presse tra il 1897 e il 1914, poco ricordati dalla storia del cinema e quasi tutti perduti. Destinate a proiezioni presso patronati o altre istituzioni educative, a partire dal 1922 queste pellicole sono entrate a far parte del patrimonio Pathé Baby, trasferite nel nuovo formato 9,5 mm, noleggiate assieme a un repertorio molto vario, sempre più arricchitosi nel corso dei due decenni successivi. La nuova organizzazione creata dal’impero Pathé – ormai in via di trasformazione- acquistava film in tutto il mondo, tanto che nei suoi cataloghi è possibile rintracciare i comici americani, i grandi serial francesi, i colossi italiani.Tutti su pellicola ininfiammabile, per garantire la sicurezza ad un pubblico familiare, seduto a poca distanza dal proiettore. Secondo le nostre informazioni della produzione religiosa della Bonne Presse, oltre a Tarcisius, sono rimasti solo due film, ambedue trasferiti su pellicola 9,5mm: La meilleure part, che fa del proselitismmo affinché molti giovani seguano la vocazione sacerdotale; Coeurs d’apotres che narra la battaglia condotta dal bambino Gilles, che vuol fare la prima comunione, contro ilpadre comunista che vuole impedirla.

Soggetti , che assieme alle vite dei santi e a episodi evangelici, dimostrano chiaramente l’ispirazione della casa produttrice. Ricordiamo, tra gli altri non reperiti, La Samaritane del 1908 e certe attualità girate a Lourdes e a Roma da Georges-Michel Coissac.

E’ lui ilpersonaggio chiave di questa vicenda, una figura di tutto rilievo nella storia del cinema francese, se non altro perché autore di una delle prime ‘storie del cinema’. Giunge alla Bonne Presse-che è una emanazione dell’ordine (o congregazione) degli ‘Augustins de l’Assomption’ animata da Père Vincent de Paul Bailly de Surey-nel 1892, con un ruolo molto modesto, di tecnico: eppure ha già 34 anni ed ha studiato al Conservatoire des Arts et Metiers, seguendo un corso di ottica. In quegli anni la Bonne Presse è soprattutto una casa editrice, che ha stampato un bollettino come Le Pelerin e un giornale popolare, la Croix. Le tecniche di incisione stampa sono molto care a Pìére Bailly, che organizza tipografia e reparto di produzione grafica,il dipartimento L’imagerie, e nel 1894 edita una serie di 70 cromolitografie dedicate al nucleo del Service del Projections Lumineuses. Proiezioni fisse, ovviamente, benché il cinematografo sia già stato inventato, da realizzarsi con lanterne magiche, allora molto diffuse e sempre più perfezionate. Nel 1900 gli Agostiniani – detti anche Assomptionistes – cedono la Bonne Presse a un industriale, Paul Féron-Vrau, che tuttavia ne continua la missione educatrice e religiosa: affida a Coissac la direzione delle proiezioni luminose e nel 1903 la redazione del mensile Le Fascinateur.

Cinema? Già nel 1897 vi era stato un contatto con due personaggi, tra loro molto diversi ma stranamente associati, Frére Basile dell’Institut Saint-Nicolas a Vaugirard, e un certo Kirchner, detto Lear, che avevano cominciato a produrre modestissime e brevi pellicole, soprattutto comiche: diversi, i due, perché il primo era un religioso che allestiva rappresentazioni con i suoi allievi, tra le quali una serie di Tableux vivants dedicati alla Vie du Christ; mentre Lear aveva nel suo passto un audacissimo Coucher de la mariée, interpretato dalla celebre quasi spogliarellista Louise Willy.

Il progetto era di riprendere la rappresentazione di Frère Basile con un apparecchio costruito da Lear, ma i dirigenti della scuola di Vaugirard non approvarono la commistione tra soggetto sacro e apparecchio profano. Quindi si realizzòuna Passione derivata dai tableux vivants, ma recitata da una compagnia di guitti, ripresa dala macchina di Lear; ma in seguito all’intervento della Bonne Presse, che ne frattempo stava mettendo in vendita un proiettore a basso costo, L’immortel, passata sotto la supervisione di G.M.Coissac.IL quale doveva assumere un ruolo sempre più importante all’interno della casa editrice, lanciando con grande vigore le sue idee sul Fascinateur, accompagnando a Roma due volte, nel 1904 e nel 1908, il suo patrron Féron –Vrau,per presentare a Papa Pio X i lavori della Bonne Presse. Forse in tale occasione gira La sortie du Concistoire du Vatican, che gli viene usualmente attribuita. Non dimenticando di essere un tecnico, pubblica nel 1906 La theorie et la pratique des projections, cui un anno dopo segue il lancio di una nuova e più moderna versine del proiettore L’Immortel.

Nel 1900 viene pubblicata una nuova Passion in 22 quadri, sceneggiata da Le Sablier (pseudonimo di Pére Honoré Brochet), lunga mille metri, ma divisibile in varie scene da vendersi separatamente. Come del resto aveva già fatto Pathé: la Naissanse a Natale, la Mort et Resurrection a Pasqua.

Trascuriamo le altre attivtà della Bonne Presse-fabbricazione e vendita di fonografi, inaugurazione di un servizio di distribuzione di film, congressi dedicati all’istruzione religiosa, in polemica con la laica e forse massonica Ligue de l’enseignement di Jean Macé-per seguirre la produzione di film. Non mancano i ‘dal vero’ come Le Caire pittoresque, 1906; Les obseques du Cardinal Richard, 1911; ma trionfano le agiografie, quali Jeanne d’Arc del 1913 e nell’anno succesivo Saint Tarcisius Martyr,ora visibile dopo il recente restauro. L’autore? Non vi è nessuna testimonianza in proposito: avrebbe potuto essere lo stesso Coissac, che tuttavia non ne rivendica la paternità, o uno dei tanti religiosi che collaboravano alla casa,quali l’abate Jaques de Fouchécour, autore della Jeanne d’Arc, oppure Honoré Brochet. Il film, quale è conservato nell’edizione Pathé Baby, dura 10 minuti e consta di 22 quadri. La realizzazione del film è modesta, ma non primitiva. La scenografia è abbastanza credibile, per quanto ridotta: solo nel quadro in cui Tarcisio viene ucciso il panorama della città – che dovrebbe essere la Roma del 225 dopo Cristo – è chiaramente un fondale dipinto. La vicenda, come si è detto, si svolge in 22 quadri, che si alternano alle didascalie secondo la classica logica del primo cinema muto; ogni scritta annuncia un’azione, sempre ripresa in totale ma vi sono anche quattro casi in cui la macchina da presa si avvicina per riprendere i personaggi in mezza figura, con un attacco in asse: ad esempio nella scena tra madre e figlio o quando Tarcisio, dopo le percosse, cade a terra.

 

 

Sinossi:

La madre è in ansia per il piccolo Tarcisio e manda un vecchio servo a cercarlo: questi lo trova presso una grata, attraverso la quale sta osservando i cristiani imprigionati. Vede anche un venerabile pontefice che celebra una messa e una giovane che viene spinta al di là di una cancellata, dove l’attendono dei leoni.

Tarcisio viene riportato a casa e racconta alla madre quello che ha visto; apprende che anche lui è figlio di un martire e si offre di portare l’eucarestia ai prigionieri. Mentre si dirige alla prigione, viene aggredito da altri ragazzi: cerca di difendere il suo tesoro nascosto in un libro, ma sopraggiungono altri uomini armati di bastoni, che lo riducono in fin di vita.Cade a terra, un valoroso soldato raccoglie il cadavere e lo riporta alla madre.Verrà sepolto nelle catacombe.

 

Riccardo Redi, 22 Settembre 2005

San Tarcisio Martire, video restaurato e musicato

 

 

2007 la parola rimane

 

Titolo, LA PAROLA RIMANE.

Video documento a futura memoria di un grande intellettuale brianzolo

Una realizzazione di Attilio Mina e Giancarlo De Angeli

 

 

Un film intervista e testamento a futura memoria di Attilio Mina e Giancarlo De Angeli dedicato all’amico poeta e scrittore Eugenio Corti, candidato ufficiale italiano al premio Nobel per la letteratura. Il video su corti, unanimemente considerato il più grande scrittore cattolico vivente,è stato presentato a Palazzo Reale di Milano ed il patrocino del Senato della Repubblica in occasione della candidatura di Corti al Nobel per la letteratura.

 

 

Animazione della poesia di E. Corti scritta nella trincea sul Don. inverno 1943

 

 

 

collaborazioni

 

 

2003 insonne consonno

 

TITOLO: INSONNE CONSONNO

documentario della televisione svizzera su di un paese del lecchese distrutto da un folle palazzinaro.

Regia di Cesare Bernasconi

documentazione e ricerche storiche attilio mina

 

 

La casa di riposo e gli unici abitanti del paese

 

 

 

 

intervista al palazzinaro folle, lo pseudo "Conte" Bagno

 

 

2013 Sotto Sopra

Titolo: Sotto Sopra

Documenti d'archivio sulle imprese alpinistiche patrocinate dalla salotti busnelli di Misinto.

Nel cedere la propria attività, il cavalier Busnelli si preoccupò di mettere in salvo il materiale foto e video relativo alle grandi spedizioni alpinistiche da lui patrocinate negli anni sessanta, settanta del secolo scorso. Per questo motivo venni da lui contattato ed iniziai a visionare l'intera raccolta custoduita in alcune casse. Presa visione del tutto, contattai a mia volta l'amica Maria Grazia Bonazzetti Pelli, produttrice della RSI (televisione svizzera di lingua italiana). Il materiale fu quindi da me portato a Comano , in Svizzera, presso la sede centrale della emittente e telecinemato. Suddiviso per generi , di nuovo visionato, fu quindi mandato in copia alla cineteca nazionale svizzera. Ora, questo stesso materiale, uscito dall'archivio è parte di una serie di documentari sulla montagna organizzati dalla stessa RSI.

 

 

 

http://www.youtube.com/watch?v=ZzY1BunM-rs&feature=youtu.be

 

 

 

 

 

Il Mago di Lodi

 

 

Un film per la regia di Silvia Onegli

 

La vita dello scienziato Paolo Gorini, misconosciuto pietrificatore di corpi e inventore del moderno forno crematorio. Sullo sfondo, un ripensamento del tabù della morte e la piccola città di Lodi, nella quale visse gran parte della sua vita e dove ancora oggi il mito e il culto del “mago” persistono in forme contraddittorie e inaspettate

 

 

 

https://www.youtube.com/watch?v=IFDwiXTITwU