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vivere in baracca

 

La baracca originaria, quella del vecchio "genio militare", aveva di norma una pianta rettangolare divisa in tre o quattro locali in linea di fila. le aperture, generalmente ridotte, sia nel numero che nelle dimensioni, non si affacciavano mai sul retro, che andava sempre esposto a nord. Ogni baracca si componeva  di una struttura in traversine d'abete le quali in un secondo momento venivano foderate di carta catramata e faesite o a doppia parete con intercapedine in terra battuta, per aumentarne l'isolamento termico. Le baracche comparvero nell'immediato dopoguerra ad accogliere  i primi contingenti di esuli fiumani e di sfollati rimasti senza casa a causa dei bombardamenti. La seconda grande ondata, si ebbe con l'alluvione del polesine ed intere popolazioni rovigiane senza casa e senza terra si trasferì in massa nella cintura milanese sperando di iniziare una vita nuova lontano dal fiume. Davvero, pii, molti di loro si costruirono una vita a misura di sogno, perchè in ququei tempi i sogni facilmente, col lavoro, diventavano realtà. non pochi costruita la villetta ed accanto il capannoncino industriale, lasciarono intatta e ben tenuta in giardino la vecchia baracca: memento mori per tutti.

 

 

 

 

Inserto della serie monografie dedicate ai grandi della fotografia internazionale.