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Cesare Lombroso e la collezione criminologica di Torino 

   

Riallacciandosi alla dottrina di Galton, della criminalità innata e biologicamente condizionata, Cesare Lombroso sostenne nei suoi anni e con ampio credito, che le condotte atipiche del delinquente, del pazzo o del genio fossero condizionate, oltre che da componenti ambientali e socioeconomiche, anche e (grave errore) soprattutto da fattori indipendenti dalla volontà, come l'ereditarietà, le malattie nervose, che diminuiscono la responsabilità del criminale in quanto questi è in primo luogo un malato. Lombroso si spinse oltre e dopo innumerevoli dissezioni, pensò di ritenere che la cresta occipitale interna del cranio, che prima di raggiungere il grande foro occipitale, si divide talvolta in due rami laterali che circoscrivono una "fossetta cerebellare media o vormiense", dando ricetto al verme del cervelletto, fosse all'origine tanto della devianza criminale, tanto delle genialità e/o della pazzia. Tale cresta è oggi detta: " cresta di Lombroso" o "cresta di Villella", il famoso brigante Villella dissezionato dopo fucilazione da Lombroso. Lombroso, ebreo e senatore socialista, non fu affatto lo scienziato para nazista che vorrebbe certa vulgata, nè tantomeno razzista. Fu semplicemente uno scienziato positivista dedito fino alla fine alle proprie osservazioni. A Torino lo studio di Lombroso era presso la Facoltà di Medicina Legale, dove effettuò centinaia di autopsie sui corpi di criminali, prostitute e folli. Nella stessa sede poi fondò il Museo di Antropologia Criminale che raccoglieva i materiali di tutte le sue ricerche (da cimeli, armi omicide, ricognizioni fotografiche del modus operandi delinquenziale,a reperti biologici, a disegni, a manoscritti e strumentazione scientifica del tempo. E' in questa sede, al tempo interdetta a chiunque non fosse studioso, criminologo o esperto di polizia giudiziaria che ho potuto entrare e svolgere le mie ricerche, non solo fotografiche per circa un paio di anni. Le mie immagini furono tra le prime a mostrarne i reperti, gli ambientio e certamente le ultime in quanto il museo è stato ridisegnato, e limitato nei reperti esposti. Tutto o quasi tutto ciò che appare nelle mie immagini è oggi andato completamente disperso (incenerito) o nascosto alla memoria della storia.