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vivere e lottare nelle case occupate

 

All'ingresso di quegli enormi caseggiati di edilizia popolare in Viale Zara, a milano, c'era giorno e notte, il picchetto di guardia dei compagni di AO. Loro e solo loro erano respondabili del buon andamento della vita sociale e della sicurezza di decine e decine di nuclei famigliari. Per il resto la piccola "città occupata", viveva in armonia e tranquillità la vita di tutti i giorni. Gli uominmi perlopiù uscivano all'alba per andare in fabbrica, le donne pulivano casa prima di uscire a rabberciare mobili in discarica o dal Don Orione. Le più anziane scendevano negli androni a fare spesa nei supermercati autogestiti dove si trovava di tutto a prezzo politico; dalle patate ai vestiti. I bambini giocavano a gruppi anegli atrii spogli e nei grandi cortili comuni ancora ingombri di materiali e laterizi. Ogni casa occupata disponeva solo dell'essenziale: brande, vecchi tavoli, stufe e stufette per l'inverno e qualche credenza. tutte avevano un grande televisore e qualcuna persino il divano. la domenica ci si scambiava gli inviti per pranzo di appartamento in appartamento, lasciando le case aperte perchè tanto non c'erano chiavi e serratura. le sere d'estate, alla festa si ballava in cortile.