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 ultima fermata

 

Finivano gli anni settanta ed io ricevetti l’incarico di realizzare un libro fotografico sulle molteplici attività del gruppo ANFFAS in merito al recupero e all’assistenza dei disabili e malati di sclerosi. In quest’ultimo caso si trattava di ragazzini giunti troppo presto alla loro ultima fermata. Passavano le loro giornate legati (con cinghie) alla brandina, oppure saldamente vincolati alle carrozzine e persino ai tricicli, ai cavallucci a dondolo, alle piccole altalene dei giardinetti. Il loro era solo un mondo fatto a misura di cinghia di continzione. Con loro giocavo a far foto e ogni volta regalavo gli scatti facendoli felice, ma ad ogni mio ritorno qualcuno di loro mancava per sempre. Andai avanti così per alcuni mesi e li ricordo per nome quei bimbi, ma alla fine non trovai più il coraggio di varcare le porte dell’istituto. Regalai le stampe e che ne facessero ogni uso possibile. Io quel giorno chiusi per sempre con quel genere di foto. Appesi per trent’anni la macchina al chiodo.